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La fede è la chiave interpretativa fondamentale delle vicende umane

Intervista ad Andrea Battista

Andrea Battista Amministratore Delegato di Net Insurance S.p.A. è stato ospite di Networking l’appuntamento mensile con imprenditori, dirigenti, professionisti organizzato da Intrapresa. Si tratta di storie di persone che nella loro vita professionale cercano di coniugare lavoro e fede, economia e valori, impegno professionale e dimensione spirituale nella convinzione che non sono due aspetti contrapposti o separati ma dimensioni diverse di un unico impegno per far bene e far star bene.

Lo studio, il lavoro da manager e la dimensione imprenditoriale. E poi? L’atteggiamento positivo verso qualunque persona ed esperienza, il desiderio di cimentarsi in nuove avventure professionali, di guardare oltre, di scegliere strade non battute, lasciandosi sempre ispirare orientare dai propri valori, dalla fede. La vera bussola. È tra queste tappe fondamentali che si snoda la storia professionale e umana di Andrea Battista. Una storia che si innesta su una salda consapevolezza: l’innovazione può costituire un’occasione per far fiorire la libertà e di creatività umana.

Quali sono stati i momenti più significativi della sua storia professionale? 
Se dovessi sintetizzare citerei sicuramente la Laurea in economia in Luiss, l’incarico di amministratore delegato di Aviva e infine l’acquisizione di Net insurance, che si tratta di un’“avventura” tutt’ora in corso peraltro. Eurovita è rilevante sotto un altro punto di vista.

Come si è orientato nelle scelte che si è trovato di volta in volta ad affrontare? Qual è stata la “bussola”?
I nostri valori sono sempre la bussola in tutte le circostanze, il lavoro non può e non deve fare eccezioni. A volte mi chiedo perché questa domanda ricorra così frequentemente. La mia esperienza è che il conflitto non è così necessariamente ricorrente.

Quale crede sia stato il momento fondamentale in questo percorso e come l’ha vissuto emotivamente?
Il passaggio all’attività imprenditoriale indubbiamente spicca ai fini di questa domanda e va ricollegato al lavoro di Eurovita con il noto fondo americano di J.C.Flowers. Sarebbe assurdo dire che non ci fosse apprensione nei lunghi mesi di negoziazione e poi di attesa dell’autorizzazione IVASS. Ma anche molta convinzione e speranza hanno animato quei momenti. E questo approccio ha guidato verso il risultato.

Ha incontrato battute d’arresto?
Direi di sì. Forse per fortuna, perché le cosiddette battute d’arresto sono momenti di riflessione sul percorso che si è intrapreso, sull’opportunità o meno di cambi di direzione. E non solo. Sono anche occasioni per allargare i propri orizzonti di impegno, lavorativo e non. In questi momenti sono riuscito, ad esempio, a prendermi del tempo per diventare anche uno scrittore o per sistematizzare le mie conoscenze teoriche nei campi di interesse professionale.

Che ruolo ha avuto la fede nella crescita professionale? È la fonte primaria di valori morali cui ispirarsi, la chiave interpretativa fondamentale delle vicende umane, ciò che dà senso anche alle vicende più piccole.
Come ha compreso quale fosse il suo talento? È, secondo Lei, qualcosa di cui si prende consapevolezza un po’ alla volta o qualcosa di evidente? Sicuramente accade gradualmente, e anche per eventi specifici, purchè non si rinunci mai a riflettere su ciò che avviene e a inserirlo in un quadro morale ampio e definito.

La sua professione prevede l’attenta e consapevole gestione dei rischi, perché è affascinato da questo ambito? Come ha capito di volersi dedicare a questa professione?
Ha pesato il fascino dell’incerto, di un settore in cui il costo dei fattori produttivi è noto alla fine e richiede, quindi, strumenti scientifici sofisticati di cui non si può fare a meno. Inoltre, anche il fatto che non fosse in cima alle preferenze lavorative di molte persone con il mio stesso background di studio mi affascinava. Non sono mai stato per seguire la corrente e la strada più battuta… poi c’è anche un po’ di casualità che incide sulla maturazione delle scelte.

Cosa rappresenta per lei il lavoro?
La principale occupazione della giornata e della settimana in termini di ore e il principale ambito terreno e la fonte di realizzazione umana. Ma rappresenta anche la partecipazione al disegno creativo. Dimensione laica e dimensione soprannaturale si devono compenetrare.

Cosa consiglierebbe ad un giovane che si trovasse a lavorare “contro i propri valori”? Come le consiglierebbe di affrontare questa difficoltà?
Gli consiglierei di cambiare contesto: capo, organizzazione, ruolo, ad esempio. Ovviamente più si è giovani, meno è difficile. E vale in ogni caso, anche se si pensa che lavorativamente il contesto non sia utile a realizzarsi e a crescere. Cambiare quando non vi sono le condizioni per rimanere è un atto di coraggio, se non si ha paracadute, ma di solito paga.

Qual è la sfida lavorativa principale che in questo momento vive e come la sta affrontando?
Sto cercando di realizzare il progetto incardinato nel piano industriale di Net insurance, l’affermazione di un innovativo player nel campo della protezione assicurativa in Italia, in un contesto di forte cambiamento sotto il profilo regolatorio, di mercato, di paradigma tecnologico, e non solo, che è la fonte dell’opportunità imprenditoriale.

Come riesce a coniugare lavoro e relazioni e lavoro e fede? Non credo ci sia una ricetta magica. Forse perché, se correttamente intese, queste dimensioni non sono naturalmente in contraddizione, ma destinate a rinsaldarsi e rinforzarsi reciprocamente. Non credo in difficoltà straordinarie ma nella pacata e serena ordinarietà.

Qual è il passo del Vangelo cui è più affezionato e perché? Qual è quello da cui ha attinto maggiore ispirazione nella sua vita professionale?
Quello in cui Gesù dice di “Dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”. Mi sembra la base della riconciliazione tra vita sociale ed economica da un lato e dimensione spirituale.

 

22 Aprile 2021

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