Sabato 18 maggio Papa Francesco ha fatto visita a Verona dove è stato accolto in diversi momenti della giornata dalla comunità veronese con grande partecipazione ed entusiasmo. Da San Zeno, in una piazza gremita di 7 mila bambini e ragazzi accompagnati da genitori e catechisti, il Papa si è poi spostato in Arena, per la tanto attesa “Arena di Pace” con i delegati dei movimenti popolari italiani e la cittadinanza. Il pontefice si è poi recato al carcere di Montorio per pranzare con i detenuti e infine allo Stadio Bentegodi per la Festa di Pentecoste con oltre 30 mila fedeli.
Arena di Pace è stato un momento densissimo, ispirato al tema “Giustizia e Pace si baceranno”, un’espressione del Salmo biblico 85. Il grande raduno di sabato 18 maggio, con oltre 12 mila presenti, ha portato sul palco dell’anfiteatro veronese storie, testimonianze e riflessioni provenienti da ogni parte del mondo, oltre alle esibizioni di artisti di rilievo. Papa Francesco ha risposto alle domande emerse dai cinque tavoli di lavoro che nei mesi scorsi si sono confrontati su “Migrazioni”, “Ecologia integrale e stili di vita”, “Lavoro, economia e finanza”, “Diritti e democrazia” e “Disarmo”, verso l’obiettivo comune di curare, promuovere e costruire la Pace. Il pontefice ha ribadito quanto sia necessario oggi sconfiggere l’individualismo e l’indifferenza che pervadono la nostra società, costruendo leadership partecipate e collaborative, lavorando per la smilitarizzazione dei Paesi e cercando sempre di mettersi dalla parte dei “piccoli”, dei più fragili, invitandoli in mezzo a noi.
Dopo aver abbracciato i due imprenditori attivisti per la Pace Aziz Abu Sarah e Maoz Inon, uno palestinese e l’altro israeliano, e aver ascoltate le voci “Donne per la Pace”, anche attraverso dei collegamenti dalla Terra Santa, Papa Francesco ha concluso il suo intervento affermando che il futuro dell’umanità e il necessario processo di cambiamento non sono solo nelle mani dei grandi leader, delle grandi potenze e delle élite, ma soprattutto in quelle dei popoli e nella loro capacità di organizzarsi.
Così le sue parole finali: “La pace si fa con i piedi, le mani e gli occhi dei popoli coinvolti, insieme tutti. […] La pace non sarà mai frutto della diffidenza, frutto dei muri, delle armi puntate gli uni contro gli altri. San Paolo dice: «Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato» (Gal 6,7). Fratelli e sorelle, le nostre civiltà in questo momento stanno seminando, distruzione, paura. Seminiamo, fratelli e sorelle, speranza! Siamo seminatori di speranza! Ognuno cerchi il modo di farlo, ma seminatori di speranza, sempre. È quello che state facendo anche voi, in questa Arena di Pace: seminare speranza. Non smettete. Non scoraggiatevi. Non diventate spettatori della guerra cosiddetta “inevitabile” Come diceva il vescovo Tonino Bello: «In piedi tutti, costruttori di pace!». Tutti insieme. Grazie.”
Il team dei giovani volontari di Intraprésa, coordinati dal presidente della Fondazione Toniolo don Renzo Beghini e in collaborazione con i fratelli Comboniani, ha offerto il proprio servizio durante la visita del pontefice, in particolare durante l’Arena di Pace di sabato 18 maggio e nella gestione dell’accoglienza dei seicento delegati al primo incontro dei Movimenti Popolari Italiani di sabato 17 maggio presso il Centro Congressi di Veronafiere e dei cinque ospiti internazionali e nazionali che hanno coordinato i tavoli tematici di lavoro: Vanessa Nakate per il tavolo dell’Ecologia integrale e stili di vita, Mahbouba Seraj per il tavolo Diritti e democrazia, João Pedro Stedile per il tavolo Migrazioni, Aziz Abu Sarah e Maoz Inon per il tavolo Lavoro, economia e finanza, e Andrea Riccardi per il tavolo sul Disarmo.
“Per noi giovani volontari di Intraprésa è stata un’esperienza molto arricchente, non si è trattato di una gestione operativa da “info point”, ma di un tessere relazioni in ogni momento organizzato per la visita di Papa Francesco. Abbiamo avuto la gioia di conoscere da vicino e di accompagnare i testimonials che hanno rappresentato i cinque ambiti di lavoro e riflessione dell’Arena di Pace ed è stato uno scambio molto profondo. Possiamo dire che il nostro metterci al servizio è stato fatto da piccoli gesti concreti, ma soprattutto dall’essere in prima fila artigiani di pace”. – Elisa Trivellin, Segreteria di Intraprésa.
“Arena di Pace ha aperto i cuori e le menti di tutti coloro che hanno partecipato. Noi giovani della Segreteria di Intraprésa abbiamo avuto l’opportunità di essere in servizio con impegno e sorriso nelle giornate del 17 e 18 maggio. La nostra partecipazione attiva è stata portata all’interno dei cinque tavoli di lavoro con l’accompagnamento di tutti gli ospiti internazionali e italiani per proseguire nella giornata di sabato in Arena di Verona, in modalità cabina di regia dedicata all’accoglienza calorosa di tutti i partecipanti. Il frutto del lavoro di gruppo di queste settimane è stato un giusto mix di professionalità e volontariato e si è concretizzato nel messaggio che ha raggiunto il cuore di tutti: Giustizia e Pace si baceranno”. – Giovanni Moraglia, Segreteria di Intraprésa.