Intervista ad Alberto Minali
Quando si cammina “nel crepuscolo delle probabilità”, e non “nella chiara luce del giorno”, i dati possono aiutare. Orientano, stimolano, suffragano, suggeriscono una strada, ma non possono sostituirsi alla curiosità, alle intuizioni, alla determinazione nel voler realizzare un “disegno”. Al coraggio di accogliere le possibilità che la vita ti offre. E, perché no, anche di sbagliare. Cosa può fare la differenza? “La consapevolezza che il fallimento di un’esperienza non è fatale, così come il successo non è definitivo”. Ad affermarlo è una persona che ha un notevole storico di successi alle spalle. Alberto Minali, già D.G. del gruppo Generali, e A.D. di Cattolica Assicurazioni, e ora A.D. di Revo SPAC, una nuova compagnia assicurativa, fondata di recente a Verona. La sua professionalità ha ricevuto un’ulteriore attestazione di merito, con la nomina a membro del Consiglio per l’Economia della Santa Sede.
Una chiacchierata colma di input, ispirazioni ed insegnamenti. E non sono insegnamenti privi di un’evidenza “scientifica”. Ciò che suggerisce il Dottor Minali è avvalorato da episodi e vicende che lui stesso ha sperimentato nel corso della sua carriera trentennale. Dati di natura empirica, insomma. Quello che è emerso dall’intervista è il profilo di un professionista che ha scelto di lavorare nella “realtà vera” e che non si è mai sottratto al rischio di commettere errori, al punto che oggi li racconta con affetto, e come momenti cruciali per la sua crescita umana e professionale. La chiave? “la consapevolezza che nessuno può farti male fino in fondo”. Ai giovani dice: “acquisite una forza professionale, più che una carriera, questo vi rende quasi invincibili”.
Insomma, la ricetta è chiara: “Se hai un po’ di scorza e adotti un approccio probabilistico, nel senso di capacità di affidarsi, da cosa nasce cosa”. E che cose… A quanto pare, è proprio così.
Ascoltiamo un po’.
Stefania Tessari