La sua professione prevede l’attenta e consapevole gestione dei rischi, perché è affascinato da questo ambito? Come ha capito di volersi dedicare a questa professione?
Ha pesato il fascino dell’incerto, di un settore in cui il costo dei fattori produttivi è noto alla fine e richiede, quindi, strumenti scientifici sofisticati di cui non si può fare a meno. Inoltre, anche il fatto che non fosse in cima alle preferenze lavorative di molte persone con il mio stesso background di studio mi affascinava. Non sono mai stato per seguire la corrente e la strada più battuta… poi c’è anche un po’ di casualità che incide sulla maturazione delle scelte.
Cosa rappresenta per lei il lavoro?
La principale occupazione della giornata e della settimana in termini di ore e il principale ambito terreno e la fonte di realizzazione umana. Ma rappresenta anche la partecipazione al disegno creativo. Dimensione laica e dimensione soprannaturale si devono compenetrare.
Cosa consiglierebbe ad un giovane che si trovasse a lavorare “contro i propri valori”? Come le consiglierebbe di affrontare questa difficoltà?
Gli consiglierei di cambiare contesto: capo, organizzazione, ruolo, ad esempio. Ovviamente più si è giovani, meno è difficile. E vale in ogni caso, anche se si pensa che lavorativamente il contesto non sia utile a realizzarsi e a crescere. Cambiare quando non vi sono le condizioni per rimanere è un atto di coraggio, se non si ha paracadute, ma di solito paga.
Qual è la sfida lavorativa principale che in questo momento vive e come la sta affrontando?
Sto cercando di realizzare il progetto incardinato nel piano industriale di Net insurance, l’affermazione di un innovativo player nel campo della protezione assicurativa in Italia, in un contesto di forte cambiamento sotto il profilo regolatorio, di mercato, di paradigma tecnologico, e non solo, che è la fonte dell’opportunità imprenditoriale.
Come riesce a coniugare lavoro e relazioni e lavoro e fede? Non credo ci sia una ricetta magica. Forse perché, se correttamente intese, queste dimensioni non sono naturalmente in contraddizione, ma destinate a rinsaldarsi e rinforzarsi reciprocamente. Non credo in difficoltà straordinarie ma nella pacata e serena ordinarietà.
Qual è il passo del Vangelo cui è più affezionato e perché? Qual è quello da cui ha attinto maggiore ispirazione nella sua vita professionale?
Quello in cui Gesù dice di “Dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”. Mi sembra la base della riconciliazione tra vita sociale ed economica da un lato e dimensione spirituale.