Stranieri a sé stessi: la cosa umana nella letteratura tra Ottocento e Novecento
Letterature
L’avvento di un mondo dominato dal feticcio della merce e dal denaro, la dissoluzione dei legami comunitari, la nascita di una società di massa e di quella civiltà delle macchine che trasforma il lavoro in routine, la riduzione della vita sociale a vita di maschere e la sua iscrizione all’interno di apparati amministrativi che appaiono estranei e incomprensibili: è nell’intreccio di tali fenomeni che occorre individuare le ragioni profonde di quel processo di disumanizzazione – di alienazione e reificazione – che, nell’ambito della modernità, ha destinato l’esistenza collettiva al livellamento conformistico e all’anonimato.
Già l’arte dell’Ottocento si è interrogata sul problema originato dal manifestarsi di tali fenomeni. Più tardi, col XX secolo, nell’opera di Pirandello e soprattutto in quella di Kafka, esso è stato riformulato in termini nuovi e radicali – e in modo tale da far emergere al suo interno la speranza di un suo superamento.
GLI INCONTRI:
08 FEBBRAIO:Le figure dello straniero nel Processo e nel Castello.
Sei incontri il giovedì dal 11 gennaio
Sei incontri il giovedì dal 11 gennaio
16:45 – 17:45
Si può scegliere tra le diverse tipologie di abbonamento in presenza e on-line:
Singolo corso: 40,00€
3 Corsi: 90,00€
Tutti i 32 corsi: 140,00€
Fondazione G.Toniolo.
Via Seminario, 8/10, 37129 Verona
ingresso auto da Vicolo Bogon, 2
Docente: Giorgio Franck, Università di Verona